Edizione 2002

La Scultura in Rosso

LA SCULTURA IN ROSSO 2° incontro internazionale di scultura in marmo rosso di Verzegnis 3 – 14 agosto 2002 Sella Chianzutan, Verzegnis (Udine)

GLI ARTISTI E LE OPERE

DOMENICO ADAMI
Ravascletto (Udine), Friuli Venezia Giulia – Italia
Vive a Ravascletto ed è nato a Cercivento, tipico paese carnico ricco di cultura e tradizioni popolari da sempre molto care ad Adami; egli ha saputo trarne motivo di studio e ricerca per la sua scultura, legata inscindibilmente alla terra natale, ma che reca anche i segni di un’elaborazione profonda e consapevole. Inizia ad esporre già nel 1973 anno in cui realizza una personale a Lignano (UD) per poi continuare in altre città italiane ed estere con sempre crescente successo.
Solitudine
I luoghi e l’ambiente di Sella Chianzutan evocano a Domenico i ricordi di una dimenticata legenda che la nonna gli narrava su una tradizione nostra locale di un tempo lontano, immemorabile, che si perde nella notte dei secoli, quando l’uomo in età avanzata e non più produttivo veniva portato nel bosco in solitudine e in attesa della fine naturale per inedia.
Nella sua opera quindi ha voluto rappresentare questo stato di attesa e sofferenza sia interiore che esteriore della fine dell’uomo consapevole di essere stato prima “mito” quando era in efficiente attività.
Vuole anche essere un richiamo ai corsi e ricorsi storici che portano ad una seria riflessione sul contesto sociale attuale diretto sulla via del mito dello sfrenato efficientismo e consumismo finalizzato non si capisce bene a cosa, ma sicuramente a danno ad esempio, ma non solo, della riproduzione delle giovani generazioni.

FRANCESCO CADEDDU

Oristano, Sardegna – Italia
Risiede a Senis (Oristano). Ha iniziato a scolpire da autodidatta la pietra trachite della sua terra natale, la Sardegna, ed è riuscito a definire uno stile personale e ricco di significati rappresentando con intensità i problemi e gli stati d’animo del popolo sardo. Dal 1991 ha partecipato a numerosi incontri di scultura su pietra, nazionali ed internazionali, ottenendo sempre significativi consensi di critica.
Per non dimenticare
Francesco è stato ispirato dall’istoriato della cava, dal nostro meraviglioso ambiente montano, per natura e comunità molto simile al suo dell’entroterra sardo e dalla calda e coinvolgente tonalità del marmo.
Nella sua composizione ha voluto rappresentare la scontata, tenace, spontanea, serena accettazione del duro e faticoso lavoro in cava per la peraltro doverosa raccolta di un dono della natura; l’efficace e eloquente immagine della gestualità vuole perpetuare il suo omaggio dovuto a tutti i duri faticoso lavori, mestieri e le attività dell’uomo prestate in cava per contribuire al progresso della civiltà.

MARIA GRAZIA COLLINI

Reana del Rojale (Udine), Friuli Venezia Giulia – Italia
Nasce nel 1957 a Reana del Rojale (UD) si diploma nel 1976 ragioniera. Da sempre appassionata all’arte, inizia la sua attività artistica da autodidatta nel campo delle arti visive frequentando lo studio del grande artista scultore friulano Luciano Ceschia e i corsi serali della Scuola d’Arte “Giovanni da Udine”. Nel 1988 inizia l’attività espositiva e dal 1995 partecipa a numerosi simposi nazionali ed internazionali di scultura ottenendo significativi riconoscimenti artistici. Di particolare rilievo il 3° premio conseguito nel recente prestigioso “Incontro Internazionale di Scultura su granito” tenutosi in Asia a lchon (Corea del Sud).
La Marianna
Ha subito sorpreso tutti perché così esile e minuta ha scelto il masso più grande; una montagna! È stata ispirata dall’istoriato della cava, in particolare dalla presenza fra i cavatori di una possente leva (peso 120 kg) battezzata dagli stessi con il nome del titolo. Scolpendo la pulita e elegante forma dell’asta d’acciaio sul grande masso ha voluto significare come un semplice attrezzo al servizio del fiuto ingegnoso dell’uomo possa (come è successo per 60 anni) smontare la montagna. Vuole essere anche un richiamo al ritorno ad una simile semplicità per rimuovere i grossi problemi esistenziali che in generale ci siamo procurati forse con l’eccessiva complicazione sofisticazione dei nostri metodi e stili di vita.

STEFANO COMELLI
Romans d’Isonzo (Gorizia), Friuli Venezia Giulia – Italia
Nasce a Trieste nel 1968 dove consegue il diploma all’Istituto Statale d’Arte. Vive e lavora a Versa di Romans d’Isonzo (GO). Sviluppa le sue tematiche scultoree nel segno della naturalezza e spontaneità, le sue forme sono in perfetto equilibrio, silenziosa sintonia e in magica armonia con ciò che gli sta intorno. Partecipa a diversi simposi e concorsi nazionali ed internazionali conseguendo sempre importanti successi. Dal 1995 è presente in diverse mostre, personali e collettive, sul territorio nazionale.
Immagini (Montagna di ieri e di oggi)
Stimolato come sempre gli capita dalla universale bellezza dell’ambiente alpino montano che particolarmente ama, dal sanguigno aspetto montanaro del nostro marmo, che la natura ha voluto offrire a strati sovrapposti a quota quasi 2000, ha realizzato una originale e personale composizione con elementi sovrapposti sospesi in elevazione, rispettosa degli equilibri e delle armonie della realtà naturale-ambientale che lo circonda.
Lo specchio applicato all’interno dell’elemento mediano con congegno di opportuna inclinazione e rotazione del sistema ha la funzione di riflettere spicchi dei reali naturali profili montani compresi fra i quattro punti cardinali di conca Sella Chianzutan.

STEFANO CORTI
Isma d’Ombrone (Grosseto), Toscana – Italia
Vive e lavora ad Istia d’Ombrone, nella provincia di Grosseto (Toscana) dov’è nato. Dopo aver terminato il Liceo artistico nel 1985, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi nel 1989 con una tesi sulla filosofia e l’arte orientale. Da qui i suoi viaggi di approfondimento in Nepal e India. La prima importante esposizione risale al 1987, al Premio Italia per le Arti Visive, dove ottiene una segnalazione, confermata dal crescente successo delle successive esperienze.
Tocca il vento (Touch the Wind)
Il suggestivo scenario alpino in cui si è trovato ad operare, la calda, piena coinvolgente tonalità del marmo con lievi e sfuggenti venature chiare, hanno ispirato Stefano a realizzare un omaggio a uno dei più significativi elementi dell’energia della terra: il vento.
Le piacevoli sensazioni della carezza di questo indispensabile elemento naturale che ha rappresentato nelle lievi, delicate, sapienti ondulazioni impresse alla superficie del marmo, impreziosite da tenui risalti, richiamano il leggero etereo procedere della vela sul mare.
Il foro triangolare passante al centro dell’opera è il simbolo geometrico dell’energia della terra anche negli altri suoi elementi: l’acqua e il fuoco.

ELENA FALESCHINI
Tricesimo (Udine), Friuli Venezia Giulia – Italia
È nata a Udine ed ora vive a Tricesimo. Si è diplomata all’Istituto d’Arte di Udine ed ha frequentato altri importanti e qualificati corsi di aggiornamento. In Friuli rappresenta una delle voci più incisive della giovane scultura, come dimostrano i prestigiosi premi ottenuti nei diversi concorsi e mostre cui partecipa in Italia e all’estero dal ’71. Nel ’76 aveva lasciato la scultura per dedicarsi all’oreficeria, ma dal ‘90 è tornata alla prima passione.
Energia rossa (Red Rower)
Elena è stata colpita dalla straordinaria bellezza e vitalità del nostro marmo, per lei frutto della positiva e generosa energia della terra.
Ha scolpito questa energia con le sembianze di gemma e seme, simboli beneauguranti per l’uomo perché con la tecnica, la fantasia, l’intelligenza, il buongusto e l’arte al servizio della risorsa sappia ben utilizzare questo nuovo eccelso dono della natura al concreto e vantaggioso servizio della collettività.

DEREK A. FITZSIMONS
Dublino   Irlanda del Nord
Nato nel 1953 a Dublino in Irlanda. Dal 1980 realizza sculture in terracotta, metallo, legno vetro e plastica. Dal 1985 scolpisce anche la pietra e partecipa a numerosi concorsi e Simposi Internazionali di scultura in Irlanda e all’estero ottenendo diversi premi, commissioni pubbliche e private. È membro dell’associazione Artists of Ireland e dell’Association of Kildare Artists.
Lo spirito celtico della montagna (Celtic spirit of the mountain)
L’autore informato, su sua precisa richiesta, della nostra derivazione celtica ha lavorato le superfici del marmo con i segni caratteristici di questa antica civiltà: incisioni e graffiti, rappresentanti l’energia (acqua, aria, sommovimenti) che lui sente trasmessi dalla nostra terra e il nostro particolare ambiente.
Il corvo in volo dell’elemento di massa minore è lo spirito di un essere umano trapassato che rimane in stretto contatto con lo spirito figurato dell’elemento di massa maggiore, rappresentante la terra, in attesa della reincarnazione.
L’antenna del masso maggiore, rappresenta l’energia dirompente della folgore agente su tutto il sistema della composizione, il quale può resistere perché composto da figure geometriche triangolari, perciò rigidamente chiuse e indistruttibili.

JAROSLAVA SICKOVA
Bratislava (Slovacchia)
Nata a Bratislava in Slovakia, Si è diplomata nel 1975 alla Accademia di Belle Arti presso il dipartimento di scultura monumentale di Bratislava. Ha realizzato numerose mostre personali in Slovakia e all’estero (Svezia, Germania, USA, Australia…). Dal 1981 partecipa a Simposi Internazionali in Slovakia, Romania, Giappone, Germania. Dal 1991 sue opere fanno parte della collezione permanente alla Galleria Nazionale Slovacca.
Montanga (La moglie di Lot)
Jaroslava è rimasta subito affascinata dal nostro paesaggio alpino in particolare dalla serena maestosità del versante del monte Verzegnis, ancor più valorizzato dalla disposizione naturale levante ponente, ai piedi del quale ha scolpito.
Ha pensato quindi che non ci fosse di meglio che rappresentare tale scenario nelle sue forme con gli armoniosi e delicati profili di una figura femminile. Dal titolo e dall’altro elemento della composizione un richiamo di biblica memoria e un messaggio ecologico-ambientale più che mai attuale. La figura di donna rappresenta anche la moglie di Lot rimasta pietrificata per non aver saputo resistere alla tentazione solo materialistica di non volgersi a guardare le sue ricchezze perdute mentre Sodoma e Gomorra bruciavano.
Un altro elemento di marmo accostato e non modificato, rappresenta il versante citato, da godere così come la natura lo ha voluto, senza cadere nella tentazione oggi diffusa di trasformazioni ad uso di selvaggio consumismo.

MILENA TANEVA
Bulgaria
È nata a Plovdiv (Bulgaria), ma si è poi trasferita a Sofia, capitale bulgara, dove nel 1990 si è diplomata in scultura presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1992 si è trasferita in Italia ed ha conseguito a Firenze il diploma in scultura all’Accademia d’Arte, ma vari corsi di perfezionamento le hanno dato modo di conoscere anche il legno e la ceramica, oltre alla pietra. Ha esposto in diverse città europee e ha partecipato a molti simposi, vincendo spesso premi prestigiosi.
Il risveglio
Il pregevole e rilassante ambiente alpino, la forma del masso a disposizione e l’eccezionale bellezza della calda, forte e avvolgente tonalità del Rosso di Verzegnis, hanno ispirato l’autrice a scolpire nella facciata superiore del marmo le sembianze e le forme di una figura femminile nell’atto di uscire dalla amata e sicura materia per poi rialzarsi e inserirsi nel vissuto quotidiano. È un augurio e una sollecitazione a questo meraviglioso dono della natura perché al più presto si metta a disposizione di tutti cogliendo tutte le opportunità e le fortune che si merita.

Pagina aggiornata il 10/05/2024

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