Edizione 2010

La Scultura in Rosso

LE FATE DEL TENCHIA NELLA SCULTURA IN ROSSO 23 luglio – 1° agosto 2010 6° incontro internazionale di scultura in marmo rosso di Verzegnis Lago di Verzegnis, Verzegnis (Udine)

GLI ARTISTI E LE OPERE

I commenti alle opere sono del maestro Domenico Adami

VILLI BOSSI
Italia
Nasce a Muggia (TS) nel 1939. Studia all’Accademia di Belle Arti di Genova sotto la guida di Lodovico Caraventa. Frequenta la scuola “Libera di Figura” diretta da Nino Perizi, presso il Museo Revoltella di Trieste. L’artista si distingue nei suoi lavori per la versatilità nell’impiego dei diversi materiali, dando una marcata preferenza all’uso della pietra. Sulle sue opere sono stati eseguiti dei cortometraggi trasmessi dalle televisioni, italiana, tedesca e jugoslava. Nel 1986 esegue per la CCIA di Trieste una scultura in pietra di Repen per onorare lo scambio commerciale Trieste-Salonicco (Fiera di Salonicco, Grecia). Nel 1995 una scultura in marmo di Lasa viene collocata in un parco della città di Dresda in Germania. Nel 1999 esegue, assieme allo scultore Erik Lovko, una scultura in pietra d’Istria (Kirmaniak) per segnalare l’abolizione del confine tra lo Stato italiano e sloveno (Rabuiese). Ha esposto in 24 mostre personali ed ha partecipato a 40 simposi internazionali di scultura. Vive e lavora nella città natale di Muggia, risiede nel castello medioevale dove in permanenza si trovano alcune sue opere visionabili su prenotazione.
E fu luce
È stata e rimarrà nel tempo intatta la memoria di un evento straordinario accaduto in Carnia cento anni or sono e che tuttora vive e continua a dare i suoi frutti: la fondazione di una società cooperativa per la produzione e la gestione dell’energia elettrica.
L’opera dello scultore triestino Villi Bossi che conosce e ama la Carnia vuole fissare nel tempo quell’esempio straordinario di cultura, di laboriosa umanità, di virile civiltà che si è manifestata nel distribuire in modo equo alla gente il frutto nato da una risorsa del suo territorio.
Lo sculture ha reso visibile con un’evocazione artistica il percorso ideale dell’acqua che, mentre scorre, viene captata e trasformata in luce, sembra volersi donare all’uomo che l’ha cercata.

GIULIANO GIUSSANI
Italia
Nasce nel 1957 a Fara Gera d’Adda, in provincia di Bergamo. Manifesta sin dalla giovane età l’interesse per l’arte e la scultura, passione che cresce e si sviluppa attraverso gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bergamo e svariate esperienza lavorative e diviene con il tempo il suo linguaggio espressivo in un cammino esistenziale di continua ricerca ed evoluzione. Da diversi anni espone e partecipa a stages, workshops e simposi di scultura in Italia, in Europa, oltre che in Giappone, Nuova Zelanda Corea, Cina, Egitto, India e Uruguay. Nel 1997 riceve il primo premio al simposio internazionale di scultura “Fukuhara Gakuen” a Kitakyushu City in Giappone. Tema privilegiato della ricerca formale è quello dell’interazione estetica, colta in primo luogo nel rapporto che, in ogni oggetto, relaziona le singole parti al tutto, per poi estendersi coinvolgendo il dialogo tra la scultura e lo spazio.
Stella alpina
È questi un artista dal carattere compiuto che elabora e comunica fitti pensieri, ricchi di stimoli, di esperienze vissute e già acquisite. Un artista che non si accontenta di ciò che ha capito, che soppesa più volte le sue intuizioni fino a che si fa chiara il lui l’opera che deve realizzare e che già nella sua mente vede nitida e finita.
La scultura che noi vediamo qui, oggi, ha impegnato la mente e il cuore dell’artista Giuliano Giussani toccando il suo intimo sentire.
Egli si è reso conto che quest’opera è molto importante per sé, per tutti coloro che avranno l’opportunità di ammirarla e in particolare per tutti gli abitanti di Cercivento. Egli doveva cercare un simbolo che riportasse sulla terra dal lontano cielo lo splendore emanato dal sacrificio dei quattro soldati morti a Cercivento nel luglio del 1916.
Da una stella si dipartono quattro scie di luce che idealmente ci incontrano segnate da un pulsare continuo di energia che le scuote.

KEY NAKAMURA
Giappone
Nasce nel 1976 a Takorozowa in Giappone. Ha studiato arte per la ceramica e porcellana in Giappone fino al 1997, quando ha conseguito la laurea. Successivamente si è trasferito in Italia ed ha frequentato un corso di tecnica della pietra presso le Serre di Rapolano vicino a Siena, un luogo famoso per le sue cave di travertino, sotto la direzione artistica del professore M. Berrettini. Nel 2004 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Innumerevoli le mostre personali e collettive in Italia e all’estero, nonché le partecipazioni a vari simposi di scultura. Sono quattro i primi premi conseguiti dall’artista in Italia. Di particolare rilievo il primo premio conseguito in Francia al 12° Simposio internazionale di Montbrison. Considera la riflessione interiore quale pedana fondamentale per la ricerca e l’espressione artistica nell’esecuzione dei suoi lavori.
Il frutto dell’Eden
Giovane e già saggio e pensante. Vuole con la sua opera, in questo momento della sua vita e del suo impegno, sollecitare l’attenzione su alcuni concetti metafisici che considera supporto alla sua espressione artistica.
Cerca incontri storici e culturali propedeutici a penetrarne altri ancora più profondi, consapevole che questi lo porteranno ad arricchire e fecondare la sua arte.
L’artista si nutre della conoscenza del passato, indaga sulla religione, sui modi di essere e di vivere dei popoli fino ad accedere alla più remota antichità. Il sollievo e la sorpresa che provocano in lui questi incontri lo portano a vivere e ad operare in modo proficuo per sé e per gli altri.
Il suo pensiero religioso lo conforta. Sente che l’aiuto che proviene dalle situazioni e dagli incontri che posseggono un’anima, lontani dal male e dalla superbia sono fondanti per la dignità e il valore dell’essere umano. L’opera dell’artista giapponese è bella ed acquietante, rivela una tecnica scultorea forte e raffinata.
Ed è proprio questa acquietante pacatezza ad illuminare l’evocazione della superbia narrata nella storia dell’Eden.


LJUBO DE KARINA
Croazia
Nasce nel 1948 a Fiume. Frequenta la scuola a Bersezio e a Draga di Moschiena conseguendo poi la maturità presso la scuola media di edilizia a Fiume. Nel 1972 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Lijubiana, nella classe dei professori Zdenko Kalin, Drago Trsar e Slavo Tihec. Nello stesso anno diventa collaboratore del professor Vanja Radaus nel suo laboratorio di Zagabria. Dal 1973 al 1975 è collaboratore presso il laboratorio del professor Antun Augustincic, sempre a Zagabria, dove termina l’aggiornamento post-laurea. Dal 1973 fa parte dell’Associazione degli artisti di belle arti, comitato di Fiume e Zagabria, e da allora detiene lo status di libero professionista. Partecipa a simposi in tutto il mondo e cura innumerevoli mostre personali in patria e all’estero. Scultore accademico vive ed opera a Bersezio in Croazia.
Ovulazione
Ho incontrato Ljubo sul campo in riva al lago di Verzegnis accanto al marmo che stava scolpendo. Egli lo sovrastava con il corpo. Le sue movenze e la sua sicurezza nell’intervento suscitavano in me il ricordo di un mitico gigante.
Mi hanno sorpreso la padronanza con cui usava gli strumenti, l’immediatezza delle forme e dei segni che egli ricavava nella pietra.
Ho incontrato così la forza, l’ingegno e la conoscenza assieme alla volontà di trasferire in scultura un modo di essere come artista, un modo di comunicare una cosa preziosa e delicata oltre tutte le cose: il seme della vita.
La semplice, ma solo in apparenza, scultura in rosso di Ljubo invita per un momento a fermarsi davanti ad un sublime concetto che egli è riuscito a raffigurare in tutta la sua preziosa essenza e forma.

ELENA SARACINO
Italia
Nasce a Cussignacco (UD) nel 1976. Inizia gli studi conseguendo il diploma di “maturità d’arte applicata” all’Istituto d’Arte di Udine per proseguire poi a Carrara, ricevendo nel 2007 attestato di qualifica in Designer di materiali lapidei. Nel 2008, consegue il diploma specialistico di II livello in scultura presso l’Accademia di Belle Arti. Partecipa ormai da molti anni a simposi in Italia ed in Europa privilegiando gli appuntamenti in Spagna. Innumerevoli inoltre le sue presenze in mostre collettive; due le personali: “Vox terrae-la piazza in fiore” e “Tendola artistica” entrambe in Italia. La talentuosa scultrice friulana concepisce i suoi lavori come celebrazioni della natura, testimoniando valori ed emozioni rapportati ai luoghi dove vive e dove esprime l’arte scultorea.
Fiori
Elena Saracino è un’artista della nostra terra. Sensibile e delicata percepisce in modo forte il concetto di impegno e di rispetto.
L’artista si immedesima nel racconto fantastico delle fate del Tenchia.
Dando forma ai fiori che all’alba ondeggiano illuminati dal sole, evoca i sentimenti che suscitano in lei le fate mentre ritornano verso i loro paesi.
Sono incisi nella sua opera sentimenti profondi quali gentilezza e grazia, vibrazioni del cuore e della mente espressi attraverso l’uso di una tecnica compiuta e raffinata.

SARA BONUCCELLI
Italia
Nasce a Pietrasanta (MS) nel 1977. Diplomata nel 1996 al Liceo artistico di Lucca, prosegue gli studi fino a conseguire diploma di II livello nel 2007 presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara sezione scultura con 110 e lode. Dal 2002 inizia il percorso espositivo dapprima in mostre collettive, dal 2005 in poi con molteplici personali soprattutto in  Italia. Nel 2008 vince il 3° premio in scultura nel concorso Arte & Sport promosso dal Coni. Nell’anno in corso ha partecipato al II Simposio internazionale città di El Trebol per il bicentenario Argentino della Patria, e all’iniziativa “Due popoli un mare un’amicizia” organizzato dal Consolato Italiano e dal G.A.I. in Albania a Valona. Già selezionata per partecipare in settembre all’ottavo Simposio internazionale di Scultura Forma Viva Makole in Slovenia, uno dei parchi scultura più conosciuti in Europa e nel mondo.
Lo scorrere del tempo
L’opera dell’artista Sara Bonuccelli rappresenta il sole che illumina e riscalda la vita dell’uomo nello scorrere dei giorni. All’intero blocco di marmo essa ha dato la forma della toppa di una chiave che evoca la presenza del tempo. Quale Tempo?
L’artista lo sente e lo percepisce nelle sue diverse dimensioni: mutevole, a volte infido, a volte tenebroso, fermo o sfuggente, amico e compagno fedele, ma anche duro, ostile e traditore. Il tempo che, proprio nel suo ineluttabile trascorrere, dona e punge, umilia, esalta o acquieta il vivere quotidiano.
Ma lassù, in cima al masso è posto il sole, presenza del mistero incombente, simbolo della vita che verrà, della speranza del domani, della luce che si poserà ad illuminare le Fate del Tenchia all’alba.
Questo sole che l’artista ci propone è il sole voluto e realizzato per invitare gli uomini a fermarsi ad osservare senza fretta, a gustare il tempo di gioire e di vedere con occhi, mente e cuore nuovi il bello che ci circonda, le meraviglie in cui siamo immersi.

EVRIM KILIC
Turchia
Nasce a Istanbul nel 1977. Nel 2004 consegue la laurea in scultura presso l’Università di Mimar Sinan di Istanbul. Nello stesso anno, grazie al progetto Leonardo da Vinci ha la possibilità di trasferirsi in Italia per uno stage durato quattro mesi. In seguito decide di continuare gli studi nel nostro Paese presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara e di specializzarsi nella scultura su pietra.
Particolarmente vivo il suo interesse per la scultura urbanistica. Per perfezionare la sua tecnica ed accrescere la propria esperienza artistica, partecipa a numerosi simposi di scultura nazionali ed internazionali ricevendo diversi riconoscimenti. Numerose inoltre le mostre personali e collettive dell’ artista. Le sue opere si trovano in comuni e parchi scultura in Italia, Turchia, Germania, Cina, Dubai e Brasile.
Sfera
Eccola è lei…….una sfera.
Ammiro il coraggio dell’artista Evrim Kilic che vuole raccontare di sé, che vuole identificarsi in una precisa forma usando una raffigurazione che per tutti gli uomini è il simbolo della perfezione.
La sfera porta con sé la bellezza dell’equilibrio.
Si posa sul piano in un solo punto. Ogni punto in superficie è equivalente ad un altro della superficie stessa in tutta la sua grandezza.
L’artista si identifica con la circolarità della sua forma. Mentre la scolpisce affronta le sfide che la creazione di una forma così perfetta comporta; il desiderio di realizzarla lo sostiene nel sentire che la propria forza è uguale alla propria ragione.
Spinto dalla conoscenza del bello, del buono, del moto rigeneratore della vita aspira personalmente a riconoscersi in essa.

I commenti alle opere sono del maestro Domenico Adami


Le opere di questa edizione

Pagina aggiornata il 10/05/2024

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